giovedì 14 febbraio 2008

SAN VALENTINO ACCENDI IL CUORE PER L'EPILESSIA!


Per San Valentino, dal 7 al 19 febbraio, si può donare 1€ alla ricerca sull’epilessia inviando un SMS al numero 48585. Chiamando il 48585 da rete fissa Telecom Italia si donano 2€.
Tutte le donazioni raccolte dall’AICE tramite il numero 48585 come pure sul conto bancario Unicredit "Comitato scientifico AICE-ricerca epilessie" IBAN IT 96 B 02008 02450 000003183424, sono integralmente ed esclusivamente destinate alle ricerche sulle epilessie farmacoresistenti sostenute dall’AICE nei laboratori italiani di eccellenza internazionale degli Istituti Carlo Besta e Mario Negri.
Dei circa 500 mila italiani affetti da epilessia, il 30%, circa 165 mila casi, risulta, oggi, farmaco resistente.
Sotto il termine "Epilessia" (dal greco epilambanein: colti di sorpresa) si raccolgono numerosi e distinte sindromi accomunate da crisi spontanee delle cellule neuronali con manifestazioni neurologiche involontarie motorie e/o sensoriali con possibile perdita, parziale o generale, del contatto con l’ambiente.
Il "perdere la testa" accomuna gli innamorati e le persone affette da epilessia. Entrambi, da secoli, si rivolgono quale loro protettore a san Valentino, vescovo di Terni, martirizzato a Roma per decollazione nel 273.
Il 14 febbraio, legato dai Greci, Italici e Romani a festeggiamenti per la purificazione dei campi e alla fecondità, fu, con la cristianizzazione di riti ritenuti licenziosi (*), a lui dedicato accumunando innamorati e persone con epilessia nell’invocare la sua protezione.
La diagnosi di epilessia - 25 mila nuovi casi l’anno di cui l’80% in età evolutiva - non è una condanna. La guarigione è, differenziata per singole sindromi, in alcune possibile spontaneamente o tramite terapia farmacologia o chirurgica.
Oltre che nella ricerca, l’AICE è impegnata - vedi PdL 2190/07 sostenuto da tutto l’arco costituzionale - a superare il persistente preconcetto che grava sulle famiglie, il mancato riconoscimento delle guarigioni e la discriminazione che opprime, ancor più della patologia stessa, le persone e famiglie affette da questa malattia neurologica.






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