martedì 22 luglio 2008

MARRADI: BATTAGLIA DELLE SCALELLE RIEVOCAZIONE STORIA PER IL 650° ANNIVERSARIO

Battaglia delle Scalelle: Marradi torna per un giorno al 1358
Giovedì grande rievocazione storica in occasione del 650° anniversario

Era il lontano 1358 quando al passo delle Scalelle si consumò una feroce battaglia tra le truppe tedesche guidate dal Conte Lando, decise a superare l’Appennino alla volta delle città della Toscana e dell’Umbria, e i marradesi, che appoggiati dalle famiglie dei Guidi e degli Ubaldini e guidati da Giovanni di Alberghettino Manfredi, si opposero strenuamente. E per commemorare questo importante episodio storico, in occasione del suo 650° anniversario, Marradi tornerà per un giorno a rivivere l’atmosfera del Medioevo, con una rievocazione storica e figuranti in costumi d’epoca, organizzata dall’assessorato alla Cultura. Così, giovedì 24 luglio, in concomitanza del mercatino, dalle 21,30 un gruppo di attori della “Compagnia per non perire d’inedia” di Marradi rievocherà la battaglia con la lettura di alcuni brani tratti dal libro di Autieri e Ridolfi.

La Battaglia delle Scalelle fu un evento di notevole importanza nella storia toscana del XIV secolo: il Conte Lando (Corrado Wirtinger Conte di Landau, originario della Svevia) nel tentativo di guidare i suoi uomini verso Roma, si trovò a scontrarsi con i fiorentini, che subito tentarono di impedire alle truppe imperiali di arrivare in Mugello. Giunta a Biforco la compagnia di ventura del Conte Lando avrebbe dovuto prendere la strada delle Scalelle, scavata tra dirupi e fitti boschi, risalire il fosso di Campigno ed arrivare in vetta al passo. Il cammino, di seguito, avrebbe attraversato l'Alpe di San Benedetto per poi scendere al castello di Ampinana e raggiungere Dicomano. Gli abitanti della val di Lamone, di Biforco e di Castiglione organizzarono un agguato ai mercenari in marcia, assalendoli a colpi di pietra e da tronchi d'albero gettati dall'alto dei monti. Le truppe del Conte Lando furono costrette a ripiegare con gravi perdite: 300 gli uomini caduti e più di 1300 spogliati di armi e cavalcature. Un enorme bottino in oro ed in argento, frutto di ladronerie e di rapine in ogni parte d'Italia, finì nelle mani dei valligiani.

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