mercoledì 18 giugno 2008

ANIMALI, EMERGENZA AVVELENAMENTI: STRAGE DI CANI

Pochi giorni fa 15 cani sono stati avvelenati nel giro di 48 ore a Lampedusa, la scorsa settimana altri randagi sono morti per avvelenamento a Piedimonte Etneo (CT). Lo spargimento di veleno per eliminare i randagi purtroppo è diventata una pratica diffusa in Sicilia, sia nei piccoli centri che nelle grandi città. In questi ultimi due casi si trattava di cani randagi accuditi da alcuni cittadini del posto e in località dove poco o niente è stato fatto dalle Istituzioni per controllare il fenomeno del randagismo e scongiurare siffatti casi di maltrattamento ed uccisione di animali. La LAV ha scritto alle autorità locali per chiedere dei provvedimenti urgenti che mettano in sicurezza gli animali, ma anche gli stessi cittadini. Infatti, la LAV ricorda che i casi di avvelenamento di randagi non sono solo un esempio di intolleranza e maltrattamento, perseguibile per legge, nei confronti di animali inermi, ma costituiscono anche un serio problema di sicurezza pubblica poiché il veleno distribuito non causa solo la morte di cani e gatti ma mette in pericolo la stessa incolumità dei cittadini.
“Disseminare bocconi avvelenati è illegale e oltre a costare la vita a un numero considerevole di animali, mette a repentaglio la salute pubblica, l’ecosistema e l’ambiente – dichiara Ilaria Innocenti del Settore nazionale cani e gatti LAV- . Le esche avvelenate danneggiano infatti seriamente l’ecosistema poiché non colpiscono solo la specie per la quale vengono approntate, ma tutti gli individui legati nella stessa catena alimentare. I micidiali preparati oltre ad uccidere moltissimi animali, rappresentano un rischio per l’uomo, in particolare per i bambini che, inconsapevoli del pericolo che si cela dentro le esche confezionate talvolta in maniera appetibile, potrebbero toccarle e poi portare le mani alla bocca”.
Considerato il ripetersi degli episodi di avvelenamento e le gravi conseguenze che possono derivarne, la LAV chiede dunque interventi urgenti per fermare le stragi di animali e garantire la salute pubblica e la difesa dell’ambiente e invita i cittadini e turisti a denunciare alle autorità competenti i casi di avvelenamento. “Questi scellerati atti di intolleranza e crudeltà nei confronti degli animali – dichiara Marcella Porpora Coordinatrice regionale LAV Sicilia - sono il vergognoso risvolto della mancanza di una politica di prevenzione del randagismo. Oggi, più che mai, anche in ottemperanza delle Leggi nazionali e regionali che tutelano gli animali, risulta prioritario per tutti i Comuni siciliani attivare degli interventi mirati al controllo del randagismo, quali le sterilizzazioni, l’anagrafe canina, l’istituzione del cane di quartiere e non ultima una massiccia campagna di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza.”
La LAV ricorda come recentemente la Legge Finanziaria 2008, Art. 2, comma 370 (Legge 24 dicembre 2007, n.244) ha accolto importanti novità in materia di randagismo, da tempo sollecitate dalla LAV. In particolare, ha sottolineato come “I comuni, singoli o associati, e le comunità montane provvedono prioritariamente ad attuare piani di controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione. A tali piani è destinata una quota non inferiore al 60 per cento delle risorse di cui all'articolo 3, comma 6. I comuni provvedono, altresì, al risanamento dei canili comunali esistenti e costruiscono rifugi per i cani, nel rispetto dei criteri stabiliti con legge regionale e avvalendosi delle risorse di cui all'articolo 3, comma 6”.

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